Lettera di una madre

Lettera di una madre

è il racconto breve con cui ho partecipato al IX Concorso Letterario Nazionale “Città di Cologna Spiaggia” vincendo il premio “Menzione Speciale di Merito”

Lettera di una madre
Lettera di una madre

Amori miei,

la vita ci sta separando in un modo che mai avrei voluto e creduto possibile. Scrivere mi aiuterà a buttare indietro le lacrime che mi stanno strozzando. Non sono lacrime tristi ma sono di gratitudine per la vita che, nonostante tutto, ha deciso di farmi dei doni per compensare ciò che mi sta togliendo.

Non credo vi consegnerò mai questa lettera ma la conserverò nella scatola dei miei diari, alla portata di mano, com’è sempre stata, di qualsiasi lettore curioso che abbia interesse per la vita di una comune mortale, ignaro che possa riservare delle sorprese.

Ho sempre promesso a me stessa che non mi sarei fatta condizionare dai giudizi di nessuno e vi avrei insegnato, soprattutto con l’esempio, che i desideri non hanno età, vanno protetti a qualunque costo e soddisfatti quando se ne ha l’opportunità, entro i limiti della decenza e solo se “prendendo” non si toglie nulla agli altri. Ma confesso che non sempre è così: ho il timore che prendendo la mia felicità fino alla fine, possa privarvi della vostra serenità e mettendo il mio cuore e il mio corpo in mano ad un uomo, alla mia età e con la malattia che progredisce, la paura delle chiacchiere da bar possa darvi un’immagine distorta dell’amore che anch’io posso essere ancora in grado di pretendere.

Credo che siate abbastanza grandi da capire che non si può essere per sempre una madre, una spugna che assorbe le lacrime e rimanda sorrisi umidi, l’appoggio incondizionato che ogni figlio vorrebbe avere fino alla fine, la donna perfetta che prepara pasti caldi, consola, pulisce, ascolta ed elargisce consigli e ad un certo punto si autoripone in un cassetto insieme ai calzini spaiati, consapevole che prima o poi dovrà buttarsi via.

Una madre ha i propri sogni e i propri desideri, anche in un’età che i più definiscono tarda. Una madre combatte per i figli e per se stessa fino a che le forze glielo permetteranno. Ed è quello che sto facendo io. Non mi arrendo al mio corpo e lo aiuto attraverso il piacere, a superare i momenti più difficili, così che voi possiate conservare un ricordo forte e positivo di me. Voglio che non sentiate l’obbligo morale di farmi sentire la vostra vicinanza rinunciando a preziosi attimi di vita con le persone che amate. Io sto bene.

Se possibile, distaccatevi dalla figura della mamma amorevole e cercate di vedermi, attraverso questo racconto, come una donna qualsiasi.

Ora vi narro iniziando con “C’era una volta una donna…”

La mia salute mi stava pian piano spegnendo e non avevo più sorrisi. Sono sicura che non avreste amato quella madre piagnucolona che guarda il cielo attraverso i vetri di una finestra, aspettando la fine dei suoi giorni. I giorni non finiscono con uno schiocco di dita e il tempo segna volto e mani, rigandoli di tristi espressioni insoddisfatte e spaventate e facendoli invecchiare molto prima della senescenza, età a cui non arriverò. Non so se ritenermi fortunata: probabilmente non avrei gradito rughe profonde, capelli bianchi e radi e grosse limitazioni ai movimenti. Avrei avuto una mente sempre troppo giovane per essere racchiusa in un corpo troppo vecchio.

Dopo le prime incertezze, i primi periodi di paura per ciò che si era insinuato tra di noi travolgendoci come un mare in tempesta e sconvolgendo letteralmente le nostre vite, ho deciso che valeva la pena vivere intensamente fino a che ne avrei avuto la possibilità.

Ho visto i vostri sguardi stupiti quando, nonostante la preoccupazione per le mie condizioni, un bagliore di felicità ha iniziato a ravvivare i miei occhi, quando i miei abiti si sono fatti colorati e un po’ più scollati, quando il viso ha preso il rossore timido di chi inizia a vivere un amore corrisposto e l’espressione sognante di chi pensa ad una tenerezza meravigliosamente consumata in una stanza da letto, da troppo tempo senza anima.

Non ci sono mai stati, tra di noi, argomenti che non si potessero affrontare per pudicizia, perché ritenuti sconvenienti. Perfino nei momenti di imbarazzo siamo riusciti con prontezza di spirito a trovare la battuta adatta e allegra che ci permettesse di uscirne senza impaccio. Noi siamo così. Non è però facile affrontare con i propri figli questo particolare tipo di discussione. Ho quindi preso coraggio, spronata da un nuovo vigore, dalla vostra voglia di vedermi guarire e dalla vostra sicura approvazione, per dirvi che sono innamorata e faccio di nuovo l’amore come un’adolescente, con la timidezza di chi ha paura di non riuscire a soddisfare le aspettative dell’uomo esperto ma con l’audacia di una donna che ha maturato conoscenza e consapevolezza. E, soprattutto, con l’urgenza di chi sa che non durerà ancora per molto.

Mi vergogno un po’ ma poiché vi conosco e so che preferireste una madre felice ad una madre seria e morta prima di esserlo davvero, trovo necessario scrivervi alcune cose di me in questa nuova vita, iniziata dopo aver dolorosamente saputo che non si può vivere per sempre.

Ho riscoperto il piacere del corpo, dell’attesa di quegli incontri che fanno vibrare le mie corde e che mi fanno dimenticare le note stonate delle giornate vissute in stanze immacolate. La mia musica è gradevole e il mio canto è finalmente libero quando mi lascio andare tra quelle lenzuola che profumano d’amore e di sesso. Insieme abbiamo spesso scherzato su come siate stati concepiti o del perché alcune coppie attempate sembrano così felici, ora possiamo scherzare un po’ su di me e su questo corpo maturo che non riesce a negarsi il piacere, nonostante le ossa non rispondano perfettamente ai movimenti desiderati e sapendo che il giorno successivo sarà ammaccato e dolorante come dopo una serata di ballo. Questi per fortuna sono gli unici limiti e non dipendono dal desiderio di giovinezza. Posso pensare di sollevare una gamba o fare una spaccata ma tra il dire e il fare c’è di mezzo quel mare di anni, passati da quando ero ragazza.

Vorrei, con queste parole, aggiungere valore alle vostre vite, alle NOSTRE vite, farvi sapere che vostra madre non è triste ma, al contrario, è grata alla vita per averle concesso ogni grazia che avrebbe potuto anelare.

Lui è arrivato per me, ha riempito le mie giornate con amore, attenzioni e tenerezze. L’ho voluto disperatamente, l’ho cercato in mille luoghi e l’ho trovato tra centinaia di uomini che non avrebbero esitato a godere del mio corpo per poi lasciarmi nella difficoltà. In realtà all’inizio ho desiderato qualche scappatella senza complicazioni e vi confesso anche che mi sono concessa qualche esperienza di puro sesso senza però trarne gran piacere e beneficio. Lui è diverso: pur essendo di animo romantico, non mi ha fatto promesse, non mi ha detto che mi terrà la mano quando arriverà la fine, non ha la presunzione di capire quali siano i miei pensieri e i miei dolori. Semplicemente, non vuole compiacermi ma ama ciò che stiamo vivendo insieme ed è tutto ciò che io ora desidero. Non potrei sentirmi in colpa per un altro cuore rotto, oltre ai vostri, ammesso che la lucidità della mia mente lo consentirà.

Qualche giorno fa mi ha portata al mare. Ci siamo bagnati i piedi nell’acqua freddissima senza pensare che non avevamo più l’età per certe cose e avremmo rischiato di ammalarci. Eravamo spensierati. E’ compito dei figli fare prediche ai vecchi genitori e dei genitori predicare ai figli, ma noi, in quel momento, non eravamo vecchi genitori né figli. Dopo aver passeggiato mano nella mano, ci siamo seduti sul telo inumidito dalle goccioline delle onde leggere, fino a che il buio non ha ingoiato i nostri colori. Senza la luce del giorno eravamo bellissimi, non avevamo età.

Mi ha accarezzato la nuca ed il mio corpo ha risposto come non aveva mai fatto prima, animato da un incredibile desiderio. Ho deciso che non mi importava che qualcuno ci vedesse ed ho preso l’iniziativa regalandogli gli attimi di piacere più belli che avesse mai avuto da quando ci frequentiamo. Non era solo il buio a rendermi audace ma era la forza che sentivo dentro, quella forza che solo i giovani hanno e dimostrano. Vi risparmio dettagli imbarazzanti per chiunque. La carica di eros che avevamo sprigionato stava trasformando i carboni ardenti il freddo della sabbia, scaldando anima e sensi. Abbiamo iniziato a sentire freddo molti minuti dopo ma non ci eravamo indeboliti completamente e in un impeto di desiderio folle irrazionale, ci siamo messi in auto, col motore ed il riscaldamento accesi, denudandoci completamente. Il mondo fuori non esisteva e avevamo ingenuamente pensato di essere invisibili.

Non so se ridere della comicità di ciò che è avvenuto dopo o esserne spaventata ma ora non ha importanza. Un fascio di luce ha investito i nostri volti arrossati facendoci rabbrividire di paura ma a vergognarsi di più è indubbiamente stato l’uomo che si è trovato davanti due corpi non più giovanissimi che cercavano di muoversi per uscire in modo impacciato e senza agilità da una situazione a dir poco imbarazzante, coprendosi alla meglio dopo aver recuperato gli abiti finiti non troppo lontani dalla loro portata.

Ai vecchi si perdona tutto, perfino questo.

Amori miei, sono sicura di avervi strappato una risata. Avete sempre riso delle mie storielle anche se erano di natura molto diversa.

E’ con questa risata che concludo il mio racconto. Sappiate che ci sono stati molti momenti altrettanto belli, comici ed allegri ma lascio a voi immaginare storie fantastiche su di me e su questo amore arrivato al momento giusto, per me e per voi.

Questo sarà il mio saluto quando la mia testa sarà completamente annebbiata e preda inerme di un male che ha tentato di divorarmi non senza sforzi! E se il mio saluto vi arriverà quando non ci sarò più, vi ho confermato che sono sempre stata un osso duro e la malattia per rosicchiarmi avrà sicuramente perso i denti e non potrà esibire con orgoglio il suo ghigno di vittoria.

Auguro a tutte le donne come me, di avere una vita piena e di godersela fino alla fine, di non vergognarsi dei propri desideri e di soddisfarli senza il timore di essere giudicate, di non lasciarsi andare al pianto che non sia di gioia, di non arrendersi di fronte alla malattia e soprattutto di avere figli come voi, orgogliosi di una mamma folle e combattiva che è riuscita ad avere vittoria sull’inesorabile e terribile passare del tempo.

Mamma

 

N.B. Quando ho scritto “Lettera di una madre”, ho pianto tanto, mi sono lasciata coinvolgere da emozioni molto forti. Questo racconto è un augurio a tutte le donne di concedersi una vita piena anche quando sembra che le forze manchino, perché è proprio in quei momenti che si sente forte il desiderio di aprire quel cassetto per liberare i sogni, senza aver paura di essere giudicate!

In ogni mio racconto c’è un po’ di vissuto quotidiano attorno al quale costruisco una storia che, dal mio punto di vista, riesce a rendere bello o, se non altro, sopportabile, un pensiero negativo.

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